“In tempi in cui si discute tanto di verità, in cui fake news e social media ci inducono a coltivare il dubbio ogni giorno, fa molto pensare una recente pronuncia italiana (Trib. Firenze, ord. 14.3.2025), fra le prime in questa materia, che, a margine della controversia decisa, non condanna all’aggravio di spese processuali l’avvocato che cita nei suoi atti pronunce inesistenti”. In un nuovo contributo per Il Sole 24 Ore, la Professoressa Finocchiaro, muovendo dalla vicenda decisa dal Tribunale di Firenze, riflette sui rischi dell’ingresso della falsità nei tribunali.
